Secondo le più recenti ricerche del “White Wine Market”, la crescita della vendita del vino ha subito un incremento fuori dal comune (interrotto solo dalla pandemia covid che ha frenato il mondo intero).
Non solo. Tali ricerche affermano che entro il 2031 il mercato mondiale del vino bianco crescerà almeno del 5%.
Il vino bianco sta quindi conquistando tutti gli appassionati, a partire dalle donne e dai millenials che hanno visto crescere il consumo di vino giornaliero. Inoltre in Europa, la vendita dei bianchi supererà il 50% del consumo di vino entro il 2031 mentre varrà il 35% del mercato globale negli Stati Uniti e nell’Asia.
Questi dati sono stati confermati da Nomisma Wine-Monitor, la banca dati mondiale del mercato vitivinicolo. E sono stati resi pubblici il 30 agosto, in occasione del forum internazionale «Bianco come il vino».
Certo, il vino bianco sta spopolando in tutto il globo, ma quali sono i mercati che si contendono il primato dell’importazione?
Prima di tutti arrivano gli Stati Uniti, che da soli coprono il 36,6% delle richieste del mercato. Seguono Germania (che rappresenta il 16,5% della domanda) e Regno Unito (14,2%). Anche in Italia, comunque, il consumo di vino bianco continua a crescere, tanto da aver superato i rossi: il 40,1% del mercato nazionale è dei bianchi, il 39,8% dei rossi.
Prendendo in considerazione alcuni dati, attualmente, il vino bianco fermo italiano vale 1.287 miliardi di euro l’anno ed è in assoluto il più venduto al mondo.
Negli ultimi 5 anni, inoltre, l’export è cresciuto ben del 26%, mentre quello dei rossi registra 10 punti in meno di crescita.
In questo panorama, l’unicità dei vitigni autoctoni permette all’Italia di emergere in un mercato ormai saturo e dove i prodotti si assomigliano l’uno all’altro. Il suo territorio, infatti è ricchissimo dal punto di vista vitivinicolo. Anzi, il più ricco. Si stima che siano presenti circa 1.500 varietà conosciute, di cui 350 utilizzate nella produzione del vino. L’interesse per questi vitigni è nato grazie alla capacità dei vignaioli di esaltare le caratteristiche uniche dei propri vigneti, valorizzando il patrimonio immateriale da loro posseduto.
Ed è proprio per questa varietà e preziosità che i mercati esteri stanno privilegiando i vini italiani rendendoli un primato assoluto nel mercato vitivinicolo per indice di gradimento.
Se il vino bianco ha così tanto successo ci sarà un motivo. La verità è che viene apprezzato perché è più facile da comprendere e apprezzare rispetto ai vini rossi che sono decisamente più strutturati. Senza contare che è un tipo di vino poliedrico: lo metti ovunque. Puoi berlo con un aperitivo, a pranzo o a cena, garantendo un rapporto qualità/prezzo che incontra le esigenze di tutti.
Insomma, la semplicità con cui viene consumato è decisamente un punto a suo favore e a ciò si aggiunge che si presta molto più “fresco e dissetante” del suo compagno rosso.
Tra i motivi trainanti, però, c’è la leggerezza. Il vino bianco è più leggero da associare ai pasti, i quali a loro volta si stanno orientando verso una cucina più raffinata e salutare.
Parte del loro successo è sicuramente dovuto all’affascinante background che si nasconde dietro a un vino, e per questo nel wine marketing si dà risalto alla storia di questi vitigni più che al prodotto. Alla tecnica più che alla denominazione. Il risultato va oltre le aspettative, in quanto il vino è infatti diventato il medium perfetto per veicolare storia e tradizione di un luogo, che accompagnano la degustazione in ogni sua fase.
In questo mercato così ricco, si affaccia anche il nostro Asprinio, coltivato nell’agro aversano, e spesso affinato nelle grotte di tufo che conservano una temperatura costante di 12/14° in tutte le stagioni dell’anno.
Il vino Asprinio Drengot-come dice il nome- spicca per una vivace freschezza.
Di colore giallo paglierino con riflessi verdolini, è un vino molto secco, con note citrine, agrumate, minerali e lievemente mandorlate. Luigi Veronelli lo ha paragonato ai migliori vinhos verdes portoghesi. Il suo prestigio è dato dal fatto che viene prodotto solo un numero limitato di bottiglie per salvaguardare la purezza del prodotto e preservare la sua unicità. Solo agli acini più belli è consentito di continuare il viaggio per trasformarsi in uno dei nostri tre prodotti, regalando un vino prezioso e dalla persistenza duratura.
Tra gli abbinamenti gastronomici tradizionali spicca quello con la mozzarella di bufala d’Aversa e prosciutto. Ottimo con le fritture, i crostacei, le insalate di mare e piatti di pesce non troppo strutturati. La versione spumante è piacevole come aperitivo e per accompagnare gli antipasti e i fritti di mare…ma soprattutto la pizza.
Drengot prende a cuore la salvaguardia dell’Asprinio e combatte ogni giorno per spogliare questo piacevole vino dai pregiudizi che ancora lo circondano.
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